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KLARA.BE

Il regista Oliver Fredj propone un concetto di messa in scena a prova di virus, raffinato e

in movimento. La produzione gioca con il termine "preferita": due ragazze (di 11 e 13 anni) entrano in teatro e ciascuna vive la propria opera preferita come unica spettatrice in sala. Ci immedesimiamo nel loro sguardo, nella loro immaginazione e nelle loro emozioni, e vengono utilizzati libri da disegno e immagini video. Le ragazze ci raccontano in modo disarmante la storia di ogni opera.

OPERA ONLINE

Per la messa in scena di Bastarda!, Olivier Fredj ha dovuto trovare un lavoro e ha immaginato l'aggiunta di una bambina (il piccolo Nehir Nasret, che parla in inglese), onnipresente durante tutto lo spettacolo. È attraverso i suoi occhi che scopriamo cantanti e musicisti, è lei che sostituisce i recitativi e le arie tagliati spiegando la storia (o addirittura commentandola), e interagisce persino direttamente con i personaggi attraverso brevi video che fungono da transizione tra le scene principali.

OLYRIX

Più cinematografica, l'opera-concerto si ibrida con la possibilità di insinuare immagini nuove, più vicine agli interpreti, più narrative e più interpretative. Qui, l'opera inizia e tira un piccolo filo rosso che è quello di Nehir Hasret che presta il suo gioco a quello di un testimone chiave. Unico pubblico di questa intera produzione, la giovane attrice si prende il tempo di raccontare la posta narrativa di ogni estratto musicale e di creare abilmente il collegamento con gli "spettatori". L'opera ridotta alle sue arie essenziali viene poi modificata, tuttavia la direzione musicale riesce nella sfida di dirigere i solisti vocali e strumentali (che si rispondono tra loro nella loro eloquente precisione), ma anche e a distanza i cori, per limitare il contatto: un'osmosi musicale nonostante tutte le distanze e le barriere che li tengono a distanza, tra loro e con il loro pubblico.

FORUM DELL'OPERA

Per attenuare il rigore della versione da concerto, il regista Olivier Fredj introdusse due bambine, uniche spettatrici di storie che altrimenti si sarebbero svolte di fronte a una sala vuota.

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